IL MESSAGGIO DI FATIMA

Tra le tante presunte apparizioni mariane del nostro secolo quella che ancora oggi ha una forte influenza è quella avvenuta il 13 maggio 1917 a Fatima, in Portogallo a tre pastorelli: Lucia dos Santos di 10 anni, Giacinta Marto di 7 anni e Francisco Marto di 9 anni fratello di Giacinta e cugino di Lucia. Quel giorno i tre bambini si trovavano, come spesso avveniva a badare al pascolo in località Cova da Iria (Conca di Iria), vicino alla cittadina portoghese di Fatima, quando ad un tratto riferirono di aver visto scendere una nube e, al suo diradarsi, videro apparire la figura di una donna vestita di bianco con in mano un rosario. Fu Lucia dos Santos a raccontare nelle sue memorie del 1941 l’accaduto affermando che appena videro la “bellissima signora” apparire, questa si rivolse a loro e disse: “Non abbiate paura non voglio farvi del male”, disse la signora; Lucia, sbalordita, chiese: “Di dove siete? le chiesi.
– Sono del Cielo
E che cosa volete da noi?
– Sono venuta per chiedervi di venire qui per sei mesi di seguito, il 13 [di ogni mese] a questa stessa ora. Più tardi vi dirò chi io sono e quello che voglio. Poi riverrò ancora qui una settima volta
Ed io andrò in Cielo?
– Sì, ci andrai
E Giacinta?
– Anche lei
– E Francesco?
– Anche lui. Ma dovrà recitare molti rosari

Poi, la signora continuò a parlare dicendo:
– Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà inviarvi, in atto di riparazione per i peccati per i quali è offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?
– Sì, lo vogliamo, certo!
– Avrete quindi molto da soffrire, ma la grazia di Dio sarà il vostro conforto.
Fu pronunciando queste ultime parole che la Madonna aprì per la prima volta le mani [fino a quel momento aveva tenute le mani giunte] e ci comunicò, a mezzo di una specie di riflesso che emanava da lei, una luce così intima che, penetrando nel nostro cuore, e fino al più profondo della nostra anima, faceva sì che vedevamo noi stessi in Dio, che era questa luce, più chiaramente di come ci si vede in uno specchio.
Allora, a causa di un impulso interno che ci era anche comunicato, siamo caduti in ginocchio ed abbiamo ripetuto dal profondo del nostro cuore:
O Santissima Trinità, vi adoro! Mio Dio, mio Dio, Vi amo nel Santissimo Sacramento!
Dopo qualche momento la Madonna aggiunse:
Si reciti il Rosario tutti i giorni per ottenere la pace, per la fine della guerra!
Poi cominciò ad innalzarsi dolcemente, nella direzione del levante, fino a sparire nella immensità del cielo.”

SECONDA APPARIZIONE

I tre pastorelli, come riferito anche dalla “signora” ritornarono poi alla Cova da Iria il mese dopo precisamente il 13 giugno 1917. Oramai la voce si era sparsa e con loro erano presenti anche una cinquanta di persone. Tutti insieme iniziarono a recitare il S. Rosario. Quando terminarono, Lucia (sempre nei suoi scritti) riferisce: “Vidi nuovamente il riflesso della luce che si avvicinava (e che noi chiamavamo lampo) e, poi, la Madonna sul leccio, esattamente come nel mese di maggio.
– Che cosa volete da me? Le chiesi.
– Voglio che veniate qui il 13 del mese prossimo, che recitiate il rosario tutti i giorni e che impariate a leggere. Dirò in seguito cosa voglio.
– Chiesi la guarigione di un malato.
– Se si convertirà (rispose la Madonna) guarirà nel corso dell’anno – I Cuori di Gesù e di Maria hanno su di voi dei progetti di misericordia.
– Vorrei chiedervi di condurci in cielo.
– Sì, Giacinta e Francesco ve li condurrò molto presto, ma tu, ma tu resterai qui ancora per qualche tempo. Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere ed amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. A chi praticherà questa devozione io prometto la salvezza, queste anime saranno predilette da Dio, come fiori posti da Me per ornare il suo trono.
– Resterò qui tutta sola? domandai con tristezza.
– No, figlia mia! Questo ti fa soffrire molto? Non scoraggiarti! Non ti abbandonerò mai. Il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e la via che ti condurrà fino a Dio.
Nel momento in cui pronunciava queste ultime parole disgiunse le mani e ci comunicò, per la seconda volta, il riflesso di questa luce immensa.
In essa noi ci vedemmo come immersi in Dio. Giacinta e Francesco sembravano trovarsi in quella parte di luce che saliva verso il cielo ed io in quella che si diffondeva sulla terra.
Dinanzi al palmo della mano destra della Madonna c’era un cuore circondato di spine che sembravano conficcarsi in esso. Abbiamo capito che si trattava del Cuore Immacolato di Maria, oltraggiato dai peccati della umanità, che chiedeva riparazione”

TERZA APPARIZIONE

Il mese successivo (13 Luglio) alla Cova d’Iria si trovavano varie migliaia di per vedere i veggenti parlare con la Madonna. Ormai la fama suscitata dalle apparizioni era nota a tutti e i bambini venivano considerati da molti, bugiardi, visionari o pazzi.

A mezzogiorno in punto preceduta dal solito lampo, comparve la signora. Anche questa volta, l’incontro è descritto minuziosamente da Lucia che al vedere la signora le chiede:

“Che cosa vuole da me?”

Rispose la Madonna -“Voglio che veniate qui il 13 del mese seguente e che continuiate a dire il Rosario tutti i giorni alla Madonna del Rosario per ottenere la pace del mondo e la fine della guerra, perché soltanto Lei vi potrà soccorrere”

“Vorrei chiederle di dirci chi è, di fare un miracolo perché credano tutti che lei ci appare” disse Lucia

“Continuate a venire qui tutti i mesi. A ottobre dirò chi sono, quel che voglio e farò un miracolo che tutti potranno vedere bene per credere”.

I bambini chiesero molte grazie alla signora, ma l’apparizione rispose che per quanto riguardasse lo storpio non lo avrebbe guarito ma che era necessario che egli recitasse il Rosario tutti i giorni con la famiglia. Le altre persone avrebbero ottenuto le grazie desiderate durante l’anno prossimo, ma bisognava che recitassero il Rosario.

“Sacrificatevi per i peccatori, e dite molte volte, specialmente ogni volta che fate qualche sacrificio: o Gesù è per amor Vostro, per la conversione dei peccatori e in riparazione dei peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria”

“Non vuole più nulla da me?” – chiese Lucia

“No, oggi non voglio più nulla”

“Neanch’io” – esclamò Lucia.

Coloro che avevano assistito riferiscono di aver visto una piccola nuvola bianca e che si ebbe un forte abbassamento della luce solare. Fu in quel giorno che la signora affidò ai bambini il famoso segreto composto di tre parti.

Nelle sue memorie Lucia, infatti continua il racconto:

“Dicendo queste ultime parole, la Signora aprì di nuovo le mani, come nei due mesi precedenti. Sembrò che il riflesso penetrasse la terra e vedemmo come un mare di fuoco. Immersi in quel fuoco i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti e nere, o bronzee, in forma umana, che fluttuavano nell’incendio, trasportate dalle fiamme che uscivano da loro stesse, insieme a nuvole di fumo che cadevano da ogni parte uguali al cadere delle scintille nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione che suscitavano orrore e facevano tremare di paura. I demoni si distinguevano per le forme orribili e schifose di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti come neri carboni roventi”.

Eravamo spaventati e come per chiedere aiuto, alzammo gli occhi alla Madonna, che ci disse con bontà e tristezza: “Avete visto l’inferno, dove vanno a finire le anime dei poveri peccatori. Per salvarli, il Signore vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato. Se si farà quello che vi dirò, molte anime si salveranno e vi sarà pace. La guerra sta per finire, ma se non cessano di offendere il Signore, nel regno di Pio XI, ne incomincerà un’altra peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il gran segno che vi dà Dio che prossima è la punizione del mondo per i suoi tanti delitti, mediante la guerra la fame e le persecuzioni contro la Chiesa e contro il Santo Padre. Per impedire ciò, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati del mese. Se si ascolteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e si avrà pace. Altrimenti diffonderà nel mondo i suoi errori suscitando guerre e persecuzioni alla Chiesa; molti buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire; varie nazioni saranno annientate; infine il mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia, che si convertirà e sarà concesso al mondo un periodo di pace. In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede…”.

Segue a questo punto una visione che rappresenta la terza parte del segreto. Va però prima specificato che la terza parte del segreto, scritta sempre da Lucia, il 3 gennaio 1944, per ordine del Vescovo di Leiria non fu pubblicata subito. Per volere di Suor Lucia essa poteva essere aperta solo dopo il 1960, perché allora si sarebbe potuto capire meglio. Per questo questa parte fu custodita prima presso il Vescovo di Leiria e poi, dal 4 aprile del 1957, presso l’Archivio Segreto dell’allora Sant’Uffizio. Nel 1959, la busta contenente la terza parte del segreto fu portata a Papa Giovanni XXIII, che decise di non rivelarne il contenuto. Qualche anno dopo, il 27 marzo 1965, Papa Paolo VI lesse il contenuto, decidendo anch’egli di non palesarne il testo e rinviando la busta all’Archivio del Sant’Uffizio. Fu Papa Giovanni Paolo II a decidere di rendere pubblico il testo della terza parte del «segreto di Fatima»

La terza parte del segreto di Fatima viene descritta così da Lucia: “Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio: “qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti” un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio”.

La Vergine, dopo aver avvertito di “Non dire questo a nessuno, tranne a Francesco”, aveva concluso “Quando recitate il Rosario, dite alla fine di ogni decina: O Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno, porta in Cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della Tua misericordia”.

 QUARTA APPARIZIONE

Il quarto appuntamento con la Signora che doveva esserci il 13 agosto, in realtà non ebbe luogo. Infatti i ragazzi, vennero convocati con l’inganno dal sindaco del paese, convinto anticlericale, che con l’intento di mettere fine a quella da lui definita “una farsa”, li fece rinchiudere in carcere fino a quando non avessero confessato che le apparizioni non erano vere. Ma nulla riuscì a smuovere i ragazzi dal dire che erano tutte menzogne, né a far rivelare il segreto confidato loro dalla Madonna, neanche le minacce. I bambini per due giorni furono rinchiusi e minacciati di torture e di morte ma essi non cedettero, erano pronti ad offrire la loro vita per non tradire le promesse fatte alla Madonna. Dopo il loro rilascio, la domenica successiva, il giorno 19, i bambini ebbero una inaspettata sorpresa: a Valinhos, la Madonna apparve loro mentre pascolano il gregge.

“Cosa volete da me?” è la solita domanda che Lucia pone alla Vergine

“Voglio che continuiate ad andare alla Cova da Iria il giorno 13, che seguitiate a dire il Rosario tutti i giorni. Nell’ultimo mese farò il miracolo, affinché tutti credano. Se non vi avessero portato nel villaggio il miracolo sarebbe stato più grandioso”

“Cosa vuole che si faccia dei soldi che la gente lascia alla Cova da Iria?”

“Facciano due barelle: una portala tu con Giacinta e altre due bambine, l’altra la porti Francesco con altri tre bambini. I soldi delle barelle sono per la festa della Madonna del Rosario e quel che avanza è per la costruzione di una cappella che faranno fare”

“Vorrei chiederle la guarigione di alcuni malati”

“Si, alcuni li guarirò entro l’anno. Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori. Badate che molte, molte anime vanno all’inferno, perché non vi è chi si sacrifichi e preghi per loro”.

Dopo ciò iniziò ad elevarsi verso il cielo ad oriente e sparì alla loro vista.

 

QUINTA APPARIZIONE

 

Alla quinta apparizione, ormai alla Cova da Iria era radunata una grande folla proveniente da ogni parte. È il 13 settembre e sono quasi le 12. Improvvisamente il Sole inizia a velarsi e una sfera di luce giunge da oriente ad occidente. La Madonna inizia a parlare ai veggenti:

“Continuate a recitare il Rosario per ottenere la fine della guerra. In ottobre verrà anche il Signore, la Madonna addolorata, la Madonna del Carmine, San Giuseppe col bambino Gesù, per benedire il mondo. Dio è contento dei vostri sacrifici, ma non vuole che dormiate con la corda (il cilicio legato ai fianchi). Portatela soltanto il giorno”

“Mi hanno pregato di chiederle molte cose: la guarigione di alcuni malati, di un sordomuto”

“Si, qualcuno lo guarirò, altri no. In ottobre farò il miracolo, affinché tutti credano”.

Durante questo incontro, a tutti i presenti, era stato permesso dalla Madonna di poter vedere una parte di cielo colorarsi di giallo oro e infatti tutti assistettero, al momento della fine della visione, all’ascendere di una sfera luminosa verso il cielo e videro una pioggia infinita di petali bianchi che prima di toccare terra scomparivano.

Quella di ottobre sarebbe stata, secondo quanto detto in precedenza dalla Madonna l’ultima apparizione durante la quale avrebbe compiuto un miracolo di modo che tutti avrebbero creduto e non avrebbero più avuto dubbi sulla verità delle apparizioni.

SESTA APPARIZIONE

Nella mattinata del giorno 13, si era raccolta un’enorme folla proveniente non solo dai paesi circostanti ma anche da Lisbona, da Oporto e da Coimbra, con la presenza di inviati speciali della stampa nazionale ed internazionale. Si è parlato di circa sessanta-settantamila persone ad attendere l’evento.

Tutti i presenti cominciarono a recitare il Rosario sotto una pioggia incessante. A mezzogiorno in punto Lucia annuncia di aver scorto il “lampo”.

Negli scritti Lucia racconta:

“Che cosa vuole da me?” – chiede Lucia alla Madonna

“Voglio dirti che facciano qui una cappella in mio onore, che sono la Madonna del Rosario, che continuino a dire sempre il Rosario tutti i giorni. La guerra finirà e i soldati torneranno presto alle loro case”

“Io avrei molte cose da chiederle, se cura dei malati e se converte alcuni peccatori”

“Alcuni si, altri, no. Devono cambiare, chiedano perdono dei loro peccati. Non offendano più Dio nostro Signore, che è già tanto offeso”.

La Vergine, a questo punto, aprì le mani e mentre saliva al cielo, il riflesso della Sua stessa luce continuava a riflettersi nel sole. Mossa da una ispirazione interiore Lucia gridò a tutti di guardare verso il sole. Sparita la Madonna, i veggenti vedono accanto al sole San Giuseppe col Bambino e la Madonna vestita di bianco col manto azzurro.

San Giuseppe e il Bambino sembravano benedire il mondo, compiendo con la mano il gesto della croce. Pochi istanti dopo vi fu un’altra visione: il Signore e la Madonna, che a Lucia pareva essere la Madonna Addolorata. Il Signore sembrava benedire il mondo, nello stesso modo di San Giuseppe. Infine una terza visione fa seguito: la Madonna, con aspetto simile alla Madonna del Carmine.

Tutti i presenti, dai prossimi ai veggenti ai più lontani di vari chilometri poterono assistere al grande prodigio promesso dalla Madonna, quello che verrà chiamato il miracolo del sole.

“Videro la pioggia cessare di colpo, le nubi aprirsi, il disco solare affacciarsi come una luna d’argento e girare vertiginosamente su se stesso, simile ad una ruota di fuoco, proiettando in ogni direzione fasci di luce d’ogni colore, che accendevano le nubi del cielo, e ogni cosa sulla terra, e si riverberavano sulla immensa folla, abbagliandola. Un momento di pausa, e poi di nuovo una danza di luce, come una girandola smagliante e ricchissima. Ancora una sosta e poi, per la terza volta, un fuoco più colorato e più sfolgorante che mai. La moltitudine di gente ha l’impressione in alcuni momenti, che il sole si stacchi dal firmamento e precipiti per incendiarla, e questo, fra un misto di stupore e di terrore, fa gridare alla folla: “Miracolo,!Miracolo!”.”

Quando tutto ciò ebbe termine, anche gli abiti dei presenti, che poco prima erano zuppi d’acqua, ora erano perfettamente asciutti e la tutta persone che si trovavano li iniziano a chiedere perdono per le offese fatte al Signore.

Nel dicembre del 1918 una terribile epidemia di influenza spagnola colpì il Portogallo, e Giacinta e Francisco ne furono colpiti; la prima riuscì a guarire dopo una lunga convalescenza, il secondo invece non riuscì più a guarire e morì il 4 aprile 1919 all’età di undici anni.

Giacinta qualche tempo dopo venne colpita da una pleurite purulenta che le causò molte sofferenze dal momento che si formavano numerose piaghe a causa delle quali subì una terribile operazione senza anestesia (in quanto era molto debilitata per poter sopportare un’anestesia) durante la quale le vennero asportate due costole dalla parte sinistra, dove c’era una piaga “larga quanto una mano”, Secondo i testimoni, la ragazzina sopportò tutto con coraggio dicendo che avrebbe offerto tutto per la salvezza dei peccatori. Il 20 febbraio 1920, oppressa da dolori lancinanti, Giacinta morì.

Dopo la morte della cugina, Lucia decise di abbandonare Fatima e di seguire la vita consacrata. Il 17 giugno 1921 entrò nel collegio cattolico di Vilar (Oporto), diretto dalle suore di santa Dorotea. Nel 1925, a diciotto anni, Lucia entrò nel loro convento a Pontevedra, in Spagna. Qui, il 10 dicembre, avrebbe avuto una nuova apparizione della Madonna, che le aveva comunicato la sua “Grande Promessa”: la comunione riparatrice nei primi cinque sabati del mese:

“Guarda figlia mia, il mio Cuore circondato di spine che gli uomini ingrati in ogni momento Mi configgono con bestemmie e ingratitudini. Almeno tu vedi di consolarmi, e dì che tutti coloro che per cinque mesi, il primo sabato, si confesseranno, ricevendo la santa Comunione, reciteranno un rosario e Mi faranno compagnia per quindici minuti, meditando i quindici misteri del Rosario con l’intenzione di alleviare la mia pena, Io prometto di assisterli nell’ora della morte con tutte le grazie necessarie per la salvezza delle anime”

Successivamente suor Lucia lasciò il convento di Pontevedra per entrare nel noviziato a Tuy, dove ricevette l’abito e dove ricevette una nuova apparizione: mentre si trovava in cappella a pregare, fu irradiata dalla luce della Trinità, con a fianco la Madonna, che raccomandò alla veggente di inviare una lettera al Papa, chiedendogli di consacrare la Russia al suo Cuore Immacolato. Poiché questo non avvenne, due anni dopo suor Lucia, mentre si trovava convalescente a Rianjio, vicino Pontevedra, riferì un’altra visione, questa volta di Gesù stesso, che si lamentava per la lentezza della Chiesa nell’adempiere alle sue richieste:

“Fai sapere ai Miei ministri, che non hanno voluto soddisfare la Mia richiesta,…come al Re di Francia, che si pentiranno e l’adempiranno, ma sarà tardi. La Russia avrà già sparso i suoi errori per il mondo, provocando guerre e persecuzioni alla Chiesa: il Santo Padre avrà molto da soffrire”.

Nel 1919, di fronte all’immenso flusso di pellegrini che si recavano a Cova d’Iria, Don José Alves Correia da Silva, vescovo della Diocesi di Leiria-Fatima, ordinò che fosse costituita una commissione per studiare il caso e iniziare le indagini canoniche ufficiali. Dopo lunghi dibattiti, con la conoscenza e il consenso di Papa Pio XI, nell’ottobre del 1930 il vescovo Silva annunciò i risultati dell’inchiesta in una lettera pastorale nella quale diceva:

“Dichiariamo degne di credenza, le visioni dei bambini pastori della Cova da Iria, avvenute nella parrocchia di Fatima, in questa diocesi, dal 13 maggio al 13 ottobre 1917, e permettiamo ufficialmente il culto della Madonna di Fatima”.

 

IL TERZO SEGRETO DI FATIMA

 

Quello che ha suscitato maggiore interesse, sul quale si sono scritti molti trattati e da alcuni ancora ritenuto “incompleto” è il terzo segreto di Fatima.

Ricordiamo che, la trascrizione delle prime due parti del segreto è stata redatta da  Suor Lucia, a partire dal 31 agosto 1941 dal momento che gli altri due pastorelli Giacinta e Francisco erano morti subito dopo la prima guerra mondiale. La terza parte fu da lei scritta su ordine del vescovo di Leiria il 3 gennaio 1944 e consegnata in busta chiusa, sulla quale vi si legge: “Per ordine espresso di Nostra Signora questa busta può essere aperta nel 1960”.

Il materiale fu mostrato dal cardinale Bertone durante un’intervista televisiva, il 31 maggio 2007, su Rai Uno, durante la trasmissione “Porta a Porta” condotta da Bruno Vespa. Giovanni XXIII e i suoi successori non ritennero opportuno rivelarne il contenuto, fino al 2000, anno in cui la Chiesa cattolica lo rese pubblico per volontà di papa Giovanni Paolo II. Il cardinale Joseph Ratzinger, che aveva mostrato di conoscere il segreto, insieme al Papa e a suor Lucia, dichiarò nel 1996 a una radio portoghese che non c’era nulla di preoccupante nel segreto, e che rimaneva tale per evitare di confondere la profezia religiosa con il sensazionalismo.

Suor Lucia inizia la stesura del messaggio dicendo:

“Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva grandi fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo intero; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo, indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo (“qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti”), in una luce immensa che è Dio, un vescovo vestito di bianco (“abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”), altri vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi, come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo, con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce, venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli, ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio.”

Si è pensato dunque che il “vescovo vestito di bianco”, riportato nel messaggio fosse Giovanni Paolo II, il 13 magio 1981 per mano di  Mehmet Ali Ağca, un killer professionista turco, che gli sparò due colpi di pistola che fortunatamente non colpirono nessun organo vitale. Il motivo del riferimento a Papa Giovanni Paolo II sta nel fatto che egli aveva una speciale devozione nei confronti della Madonna di Fatima. In particolare riteneva che la Madonna stessa fosse intervenuta per guidare la traiettoria del proiettile durante l’attentato di cui era stato vittima impedendo che raggiungesse direttamente organi vitali, uccidendolo. Il terzo segreto è stato interpretato dall’allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, cardinale Joseph Ratzinger, alla luce di questi eventi, come riguardante soprattutto la persecuzione dei cristiani, fino al tentativo di uccisione di un «…vescovo vestito di bianco», che i veggenti di Fatima ebbero «il presentimento che fosse il Santo Padre». Viene però precisato che il testo del messaggio sarebbe simbolico e povero di riferimenti concreti a fatti storici o biografici, tali da renderne impossibile un’attribuzione certa e indubitabile, tanto che la Congregazione per la dottrina della fede stessa fornisce solamente “un tentativo di interpretazione del «segreto» di Fatima”.

Al contrario, altri studiosi delle apparizioni di Fatima ipotizzano che non si tratti di una visione simbolica. Tra di essi vi è il giornalista Antonio Socci, che ribadisce il fatto che i pastorelli hanno riconosciuto che il personaggio era un vescovo, ma hanno avuto solo l’impressione che fosse il santo padre vedendolo vestito di bianco, ipotizza inoltre che possa trattarsi veramente di un papa illegittimo, di un antipapa, di un usurpatore. Questo aprirebbe la strada all’ulteriore interpretazione che il “Vescovo vestito di bianco” e il “Santo Padre”, che poco dopo attraversa la città in rovina, possano essere in realtà due soggetti distinti della visione, rendendo possibile un’interpretazione della visione completamente diversa da quella che è stata data nel 2000. Sul significato, invece, afferma che forse la terza parte del segreto – fra le altre cose – prospetta una Terza guerra mondiale in cui precipiterebbe l’umanità se si ostinasse ancora sulla via del male.

Sulle stesse posizioni si ritrovano i membri del movimento fatimita, che fa capo al sacerdote Padre Nicholas Gruner, il quale per scongiurare tale sciagurata eventualità e arrivare al trionfo del Cuore Immacolato di Maria, sostiene una petizione al papa per una consacrazione esplicita della Russia.

All’annuncio della terza parte del segreto di Fatima vi furono diverse reazioni da parte del mondo laico: vi era chi era scettico e chi era un fermo sostenitore della sua veridicità. Appartiene alla prima categoria la dichiarazione di Enrico Deaglio:

« La profezia è ben strana: annunciata nel 1917, trascritta nel 1943, viene rivelata al mondo nel 2000 dopo che si è compiuta nel 1981 »

La stampa italiana, al contrario, era schierata a favore della verità del documento, ad esempio La Repubblica commentava con Gad Lerner:

« Con la rivelazione del terzo segreto di Fatima, che lo coinvolge personalmente, la già straordinaria vicenda umana di Karol Wojtyla tracima nel sovrannaturale fino a interferire col nucleo cruciale del Novecento, cioè del secolo in cui l’umanità – come mai prima di allora – si è misurata con l’eventualità di vivere senza Dio. »

La Stampa pubblicò un pezzo di Marco Tosatti nel quale si riportano le dichiarazioni del cardinal Angelo Sodano, Segretario di Stato Vaticano, intercalandole con commenti:

«la chiave di lettura del testo non può essere che di carattere simbolico». Tragicamente confermata però dagli avvenimenti dell’ultimo secolo, in cui i cristiani hanno pagato un prezzo di sangue altissimo. […] Alla luce di questa rivelazione assumono un valore ben diverso le parole che Giovanni Paolo II avrebbe pronunciato a Fulda, nel novembre del 1980, cioè solo sei mesi prima di essere colpito dal «Lupo grigio» turco Ali Agca in Piazza san Pietro.»

Il Corriere della Sera, invece, commentò l’accaduto tramite Roberto Zuccolini, che si mantenne neutrale rispetto alle due posizioni.

Il commento ufficiale del testo è stato affidato alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Il cardinal Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione, apriva il suo commento teologico con queste parole:

« Chi legge con attenzione il testo del cosiddetto terzo «segreto» di Fatima, che dopo lungo tempo per disposizione del Santo Padre viene qui pubblicato nella sua interezza, resterà presumibilmente deluso o meravigliato dopo tutte le speculazioni che sono state fatte. Nessun grande mistero viene svelato; il velo del futuro non viene squarciato»

Dopo l’analisi dettagliata del testo, Ratzinger conclude così:

«La fede cristiana non vuole e non può essere pastura per la nostra curiosità. Ciò che rimane l’abbiamo visto subito all’inizio delle nostre riflessioni sul testo del «segreto»: l’esortazione alla preghiera come via per la «salvezza delle anime» e nello stesso senso il richiamo alla penitenza e alla conversione».

 

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